Sono reti da pesce pelagico (che nuota in colonna d’acqua), utilizzate principalmente per la pesca del pesce azzurro (sgombro, tonno, sardine) e talora per la pesca di alcune specie di pesce bianco (spigole, cefali) ma anche di specie che si raggruppano per riprodursi (calamari).
Esistono reti “con chiusura” e “senza chiusura” le quali, per conformazione e funzionamento, permettono l’accesso a diversi tipi di risorsa. La regolamentazione attorno all’uso di questi attrezzi è frastagliata e di difficile sincronia; si può comunque affermare che nel Mediterraneo le reti a chiusura sono utilizzabili fuori le 3 miglia dalla costa e su più di 50 m di fondale; mentre per le reti senza chiusura, più rare e legate ad una pesca più tradizionale, non esiste limitazione di legge.
Queste reti si basano sul concetto di individuare il banco di pesci, accerchiarlo con una lunga pezza di rete, quindi stringere la rete fino ad issare il suo contenuto a bordo dell’imbarcazione.
L’evoluzione di questi attrezzi ha fatto grandi progressi con l’avvento della motorizzazione e dei materiali sintetici che hanno permesso di lavorare con pezze sempre più grandi e lunghe (fino a svariati chilometri di rete).
IMPATTI
Gli impatti sono limitati alla maglia utilizzata (che non deve permettere l’imbrocco dei pesci) e alla cattura delle specie accessorie che vengono catturate, è infatti noto il rischio di catturare specie protette come tartarughe, delfini e squali che spesso seguono i banchi di pesci.
Con la tecnologia in dotazione oggi ai nuovi super-pescherecci e l’utilizzo di stratagemmi illegali (quali i FAD, dispositivi fisici di attrazione) è facile che la pesca con questi attrezzi diventi insostenibile, è il caso ad esempio di quella con le tonnare volanti.
È buona norma controllare sempre, al momento dell’acquisto, che il prodotto sia certificato in questo senso, preferendo comunque prodotti locali e specie piccole (acciughe, sardine, ecc.). Ricordiamo che pescando animali che hanno impiegato poco tempo a raggiungere la taglia riproduttiva e che al momento della cattura si sono già riprodotti, permette di intaccare meno lo stock disponibile, garantendone la sopravvivenza.